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"...Desidero ripercorrere con voi una lunga strada che, dalla lontana radice romanica, parla, per risorgive variate e per nodi capitali, da Wiligelmo almeno fino al Crespi: e che, io creda, prosegue perfino nel nostro secolo, fino a ieri. Insieme con l'ambizione, spero non del tutto presuntuosa, di ripetere nelle vostre sensibilità degli incontri non troppo diversi, è in me inferma convinzione che questa non è una storia municipale, di campanile; ma è anzi una delle vere storie d'Europa: quella d'una antica "marca di confine" (Bologna, e l'Emilia) attestata fra la grande area del Mediterraneo e la grande area più specificamente europea". Francesco Arcangeli (Bologna 1915-1974), critico e scrittore, è fra i più significativi protagonisti della storia dell'arte del secondo Novecento. Allievo di Roberto Longhi, negli anni cinquanta pubblica su "Paragone" importanti contributi sull'arte emiliana e bolognese dal Trecento al Settecento. Sempre sulla stessa rivista, Arcangeli si rivela appassionato e coraggioso critico militante, "scoprendo" la generazione dell'Informale in saggi rivoluzionari per scrittura e metodo che divengono punti di riferimento decisivi non solo per la critica d'arte...